Da alcuni
anni ormai si parla dell’attività in acqua come coadiuvante nel trattamento
riabilitativo. Ma è una terapia indispensabile, utile o non necessaria?
Cerchiamo di fare chiarezza.
L’acqua può
essere un ottimo alleato nel trattamento FKT, purché se ne conoscano
perfettamente i dati vantaggiosi e quelli meno idonei.
Innanzitutto
specifichiamo che quando si parla di idrokinesiterapia
non si parla assolutamente né di nuoto né di acqua-gym. Il primo è infatti un
vero e proprio sport con tutte quindi le indicazioni e controindicazioni del
caso (vedi articolo precedente sul nostro blog sull’attività natatoria!).
Nel caso
dell’acqua-gym, si parla di un’attività di piscina tendente ad aumentare il
trofismo muscolare e migliorare le performance cardiovascolari del soggetto
sportivo, ma quindi indicato nel paziente da riabilitare. In questa attività
infatti, l’acqua è usata prevalentemente come aumento della resistenza al
movimento e non come facilitazione di esso.
Altro punto
da chiarire è che la idrokinesiterapia è un’attività sanitaria a tutti gli effetti, e pertanto non potrebbe
essere svolta in piscine che non presentino questi specifici permessi. In
particolare la piscina a fini terapeutici dovrà avere una temperatura non di
26°C ma di 32°C. Dovrà avere una discesa in