lunedì 19 gennaio 2015

Portatori di protesi articolari: quale sport?

La sostituzione protesica di anca o di ginocchio  rappresenta una procedura, ormai molto diffusa, nelle lesioni traumatiche o degenerative articolari (artrosi).
Le cause più comuni di fallimento di un impianto protesico sono l’usura, la rottura della superficie articolare e la mobilizzazione settica o asettica della protesi.
Paziente con protesi del ginocchio bilaterale
Usura e rottura sono principalmente da addebitare al carico che le protesi devono sopportare. Ne consegue quindi che il peso corporeo della persona e il tipo di attività svolte possono portare ad una usura minore o maggiore a seconda dei casi. Ad esempio nel camminare il peso corporeo che grava su una protesi di ginocchio o di anca è pari al 50% del peso; nella corsa, anche a medio-bassa intensità, il  peso che grava sull’arto è al 200-300% del peso corporeo. La garanzia di durata dell’impianto

Idrokinesiterapia: indicazioni sul trattamento riabilitativo

Da alcuni anni ormai si parla dell’attività in acqua come coadiuvante nel trattamento riabilitativo. Ma è una terapia indispensabile, utile o non necessaria? Cerchiamo di fare chiarezza.
L’acqua può essere un ottimo alleato nel trattamento FKT, purché se ne conoscano perfettamente i dati vantaggiosi e quelli meno idonei.
Innanzitutto specifichiamo che quando si parla di idrokinesiterapia non si parla assolutamente né di nuoto né di acqua-gym. Il primo è infatti un vero e proprio sport con tutte quindi le indicazioni e controindicazioni del caso (vedi articolo precedente sul nostro blog sull’attività natatoria!).
Nel caso dell’acqua-gym, si parla di un’attività di piscina tendente ad aumentare il trofismo muscolare e migliorare le performance cardiovascolari del soggetto sportivo, ma quindi indicato nel paziente da riabilitare. In questa attività infatti, l’acqua è usata prevalentemente come aumento della resistenza al movimento e non come facilitazione di esso.
Altro punto da chiarire è che la idrokinesiterapia è un’attività sanitaria a tutti gli effetti, e pertanto non potrebbe essere svolta in piscine che non presentino questi specifici permessi. In particolare la piscina a fini terapeutici dovrà avere una temperatura non di 26°C ma di 32°C. Dovrà avere una discesa in

martedì 6 gennaio 2015

Il Terapista della Neuro e Psicomotricità dell’Età Evolutiva figura chiave nelle malattie neuropsichiatriche infantili



Nel vasto campo della riabilitazione, molto spesso si parla di fisiatra, fisioterapista, chinesiologo ed osteopata. Difficilmente si parla e si valuta nel novero delle attività riabilitative, di una importante figura professionale ovvero il “Terapista della Neuro e Psicomotricità dell’Età Evolutiva (Tnpee) “.
Soltanto chi ha figli che  hanno bisogno di tale professionita , ne comprende appieno il ruolo chiave e la specificità lavorativa. Cerchiamo quindi di fare chiarezza !