martedì 19 agosto 2014

Nuoto e squilibri posturali: favole o realtà?

L'attività natatoria, per anni (e talvolta anche adesso) è stata consigliata da medici, spesso specialisti nel campo, come la risoluzione dei problemi posturali dell'adolescente (scoliosi, lordosi, dorso curvo), così da sostituire o coadiuvare la ginnastica posturale. E' veramente così? NO! E' del tutto falso.
A tale proposito vale la pena di puntualizzare due articoli tratti dalle Linee Guida Italiane Per La Deformità Del Rachide In Età Evolutiva:
  1. Si raccomanda che lo sport (qualsiasi esso sia) non venga prescritto come un trattamento per la scoliosi idiopatica.
  2. Si raccomanda di non usare il nuoto come terapia delle curve patologiche del rachide.

Ciò per vari motivi fisici che adesso cercheremo di spiegare in
maniera, spero, semplice.
Il corpo, immerso in un liquido, trova uno stato di galleggiamento "differenziato" nelle varie parti del corpo, cosicché il torace galleggerà di più di altre parti corporee. Alla fine il corpo troverà un suo equilibrio, inclinandosi rispetto alla superficie con la conseguente valorizzazione delle curve fisiologiche del rachide e accentuando, eventualmente, le deformità.
Nelle deformazioni della gabbia toracica (torace scoliotico) inoltre, l'azione di ventilazione forzata dovuta alla dinamica stessa dell' azione motoria, determina delle azioni deformanti il torace (legge di Geier, 1986).

La conclusione è che qualsiasi stile di nuoto si adotti (anche il dorso) il risultato non cambia: le curve fisiologiche vertebrali verranno accentuate.


Da ciò consegue che molti parlano di nuoto e di deformazioni rachidee, ma pochi ne parlano con cognizione di causa. La Società di Ginnastica Medica e Riabilitazione, del cui Consiglio Nazionale mi onoro di far parte, cerca invece di studiare e di divulgare queste notizie, che però ai più risultano essere “sconvolgenti”.

Dott. Luigi Girvasi

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