La
lombalgia e lombosciatalgia è l’evento più frequente nella vita
di una persona. Varie statistiche internazionali danno una frequenza
di tale patologia anche del 70-80% nella vita di tutti noi. Possiamo
quindi dire che è più strano non aver mai sofferto di lombalgia che
aver avuto almeno un episodio doloroso nel corso della vita.
Le
cause che possono provocare mal di schiena sono circa 40. Per tale
motivo la “discopatia” lombare, di cui tutti hanno paura, è solo
una delle patologie che spesso, solo se unite ad altre affezioni, può
dare sintomatologie. Va con sé quindi che la percentuale dei
lombosciatalgici che necessita di intervento chirurgico è
estremamente bassa (3-5%). Tutti gli altri (e sono tantissimi) devono
imparare a convivere con tale patologia con adeguate regole di
comportamento.
Per
prima cosa è consigliabile una visita fisiatrica che possa
evidenziare eventuali altre condizioni favorenti la lombalgia:
scoliosi, spondilolisi e spondilolistesi, alterazioni posturali, etc.
Quindi sarà lo specialista che stabilirà un iter terapeutico e le
regole ergonomiche per tutelarci.
A
nostro avviso è quindi da diffidare di terapie e terapeuti
improvvisati, o dei soliti consigli di amici “informati”.
Dopo
adeguato ciclo terapeutico-farmacologico e fisioterapico si giunge al
consiglio di quale attività sportiva effettuare.
Direi di sfatare un mito: non esiste nessuna attività sportiva di per sé, specie se agonistica, che sia curativa per tali patologie. Anche il nuoto, osannato come sport “completo” e risolutivo, se praticato a livello agonistico (con allenamenti giornalieri di 2-3 ore) presenta evidenti controindicazioni per la schiena (ipercifosi dorsale e aumento di rischi scoliotici in primis).
Direi di sfatare un mito: non esiste nessuna attività sportiva di per sé, specie se agonistica, che sia curativa per tali patologie. Anche il nuoto, osannato come sport “completo” e risolutivo, se praticato a livello agonistico (con allenamenti giornalieri di 2-3 ore) presenta evidenti controindicazioni per la schiena (ipercifosi dorsale e aumento di rischi scoliotici in primis).
Si
ritorna quindi alla necessità di una visita preventiva adeguata, che
possa saggiamente consigliare lo sport attuabile non in base a
vecchie interpretazioni, ma ad indicazioni e linee guida emerse da
qualificati studi internazionali.
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